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Whisky...con sorpresa...

03.03.2025 |
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"Si era appena lasciato andare a qualcosa di sconosciuto, inebriante..."
Il bar era illuminato da luci soffuse, un angolo di città dove il tempo sembrava scorrere più lentamente, scandito dal tintinnio dei bicchieri e dal brusio sommesso delle conversazioni. Marco si sedette al bancone e ordinò un whisky doppio. Era stanco, la giornata di lavoro lo aveva svuotato, ma non abbastanza da impedirgli di notare la donna che si era appena accomodata qualche sgabello più in là.Casual, ma con un fascino irresistibile. Jeans aderenti, una maglia morbida che lasciava intravedere curve accennate, capelli lunghi che incorniciavano un viso dai tratti raffinati. Si mosse con naturalezza, ordinando un cocktail con voce suadente.
Marco la osservò per qualche minuto, poi decise di avvicinarsi.
— Posso offrirti da bere?
Lei sorrise, inclinando leggermente il capo.
— Dipende... bevi qualcosa di interessante?
Lui alzò il bicchiere.
— Whisky. Diretto, deciso.
Lei rise piano.
— Allora sì, accetto.
Si chiamava Valeria. La conversazione scivolò con una facilità sorprendente, tra battute argute e sguardi che si allungavano sempre di più. Marco si sentiva sempre più a suo agio, affascinato dal mix perfetto tra dolcezza e sicurezza che emanava quella donna.
Dopo il terzo giro, si fece più audace.
— Vivo a pochi isolati da qui. Ti va di venire a bere qualcosa di meglio?
Valeria lo scrutò per un attimo, poi fece un sorrisetto complice.
— Solo se hai un whisky migliore di questo.
La strada fino all’appartamento fu breve. Entrarono e Marco accese le luci soffuse, versando due bicchieri di bourbon pregiato. Si avvicinò a lei, il respiro ormai carico di desiderio. Valeria non si tirò indietro quando lui la spinse contro il bancone della cucina, le mani che esploravano i suoi fianchi.
Il bacio fu lento, profondo, un gioco di lingue che mandò scariche lungo la spina dorsale di Marco. Le mani scivolarono sotto la maglia di Valeria, sentendo la pelle liscia, il calore del suo corpo. Lei lo lasciò fare, poi prese l’iniziativa, sfilandogli la camicia con movimenti esperti.
Il desiderio cresceva, impaziente. Marco la spinse verso la camera da letto, il cuore che martellava nel petto. Quando le tolse la maglia e le abbassò i jeans, la verità gli esplose davanti.
Un brivido gli attraversò la schiena. Valeria era diversa da ciò che aveva immaginato.
Un attimo di silenzio carico di tensione.
Lei lo guardò negli occhi, leggendo il suo turbamento.
— Se vuoi fermarti, dimmelo adesso.
Marco era brillo, eccitato, ma soprattutto catturato da qualcosa che non riusciva a spiegare. Guardò il corpo di Valeria, la sua bellezza fuori dagli schemi, il desiderio ancora pulsante dentro di lui.
— No. — La sua voce era roca. — Non voglio fermarmi.
Valeria sorrise, avvicinandosi di nuovo.
— Allora lasciati andare.
Le loro labbra si fusero in un bacio ancora più intenso. Marco sentì il calore del corpo di Valeria contro il suo, le mani che esploravano senza più esitazioni. La fece sdraiare sul letto, scendendo lungo il suo ventre, assaporandola con una devozione nuova.
Ma c'era ancora un confine da superare. Valeria lo guardò con un’intensità nuova, un misto di dolcezza e malizia.
— Lascia che ti guidi...
Lo spinse dolcemente contro i cuscini. La luce soffusa della lampada da comodino disegnava ombre morbide sui loro corpi intrecciati. Le sue dita percorrevano la pelle di Marco con lentezza, tracciando sentieri invisibili lungo il petto e le braccia. Ogni tocco era un invito a lasciarsi andare, a scoprire qualcosa di nuovo.
Marco chiuse gli occhi quando sentì le sue labbra sfiorargli il collo, poi scendere lungo il torace con baci leggeri. Il suo respiro si fece irregolare. Valeria lo esplorava con una sicurezza disarmante, dosando sapientemente dolcezza e intensità. Ogni movimento sembrava studiato per accendere in lui un desiderio travolgente, un’onda crescente senza controllo.
Era un nuovo tipo di piacere, un abbandonarsi totale che lo lasciò senza fiato. Si lasciò andare, accettando ogni sfumatura di quella notte proibita.
Quando raggiunsero l’apice, rimasero distesi uno accanto all’altro, le pelli calde e sudate. Marco si girò verso di lei, osservandola nel buio della stanza.
— Non avrei mai pensato che sarebbe successo. — Sorrise, scostandole una ciocca di capelli.
Valeria rise piano.
— Nemmeno io. Ma le migliori esperienze sono quelle inaspettate.
Marco non poté fare altro che annuire. Sapeva che quella notte era solo l’inizio.
Poi il cellulare di Valeria vibrò sul comodino. Marco si sporse leggermente e, senza volerlo, vide il nome illuminarsi sul display.
"Andrea."
Si irrigidì. Valeria notò il cambiamento e allungò la mano per prendere il telefono, ma Marco fu più veloce.
— Chi è Andrea? — chiese con un tono che cercava di essere leggero, ma il sospetto gli bruciava dentro.
Valeria lo guardò per un lungo istante, poi sospirò.
— Mio marito.
Marco rimase senza parole. Il battito nel petto accelerò per un motivo completamente diverso. Si era appena lasciato andare a qualcosa di sconosciuto, inebriante... e ora scopriva che non era stato l’unico a violare un confine.
— Non devi preoccuparti. — Valeria gli accarezzò il petto, il sorriso enigmatico. — Questa è una cosa che facciamo spesso. Ma tu... tu sei stato speciale.
Marco sentì un brivido percorrergli la schiena. Non sapeva se sentirsi lusingato, tradito o semplicemente eccitato all’idea di quello che avrebbe potuto significare.
Forse, dopotutto, quella notte non era ancora finita.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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